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In corsa per il Parlamento svizzero da 16’600 chilometri di distanza

Weltkarte alle wollen von überall ins Bundeshaus
Sono 43 le persone con passaporto svizzero e residenti all'estero che si sono candidate per le elezioni federali del 22 ottobre. swissinfo.ch

Un ortolano in Francia, una scrittrice a Berlino e un diplomatico in Australia: sono alcune delle 43 persone di nazionalità svizzera e residenti all'estero che si sono candidate alle elezioni federali del 22 ottobre. Chi dovrà fare il viaggio più lungo in caso di elezione e in quale Cantone si presenta la maggior parte di loro? Ecco una panoramica.

Degli svizzeri e delle svizzere all’estero sono in corsa per un seggio nel Consiglio nazionale (Camera bassa del Parlamento svizzero) in 11 Cantoni e per 11 partiti diversi. Queste persone candidate della diaspora vivono in 18 Paesi di sei continenti e hanno in media 52 anni. In totale, 43 degli oltre 5’900 candidati e candidate al Consiglio nazionale risiedono all’estero.

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Nonostante il costante aumento del numero di cittadini e cittadine svizzere residenti all’estero, il numero di candidature provenienti dalla diaspora è rimasto stabile. Erano 44 nel 2019 e 28 nel 2015. Quest’anno, circa tre quarti delle persone candidate (32) vivono in Europa.

Ginevra campione di candidature dall’estero

Non è nei Cantoni di Basilea Città (4 candidati/e), San Gallo (1) e Turgovia (6), dove gli svizzeri e le svizzere all’estero potranno beneficiare del voto elettronico, che si osserva il maggior numero di candidature.

Il primato spetta a Ginevra, dove si contano 11 nomi in quattro liste diverse. La maggior parte di queste persone vive nella vicina Francia (5), ma ci sono anche candidature provenienti da Germania, Regno Unito e Canada.

Altrove in Svizzera, si trovano candidati e candidate della Quinta Svizzera nei Cantoni di Zurigo (1), Berna (4), Lucerna (4), Svitto (1), Friburgo (2), Basilea Città (4) e Sciaffusa (1).

Gianfranco Definti
Gianfranco Definti Thomas Kern/swissinfo.ch

Il Ticino, come Ginevra, è un caso particolare: otto persone sono presenti nella lista della sezione internazionale del Centro, tra cui la candidatura più giovane e quella più anziana proveniente dall’estero.

Una sottolista del Centro in Ticino

Gianfranco Definti vive a Milano dal 1969. A 82 anni è ancora attivo come broker assicurativo ed è anche impegnato nel Comitato dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero. “Per rimanere giovani bisogna essere attivi”, dice.

È lui ad aver fondato, otto anni fa, la lista della sezione internazionale del Centro in Ticino. Secondo Definti, l’obiettivo di questa lista è chiaramente quello di aiutare Il Centro a conquistare qualche voto in più nel cantone italofono. “Come svizzero all’estero, è molto difficile essere eletto”, ammette il doppio cittadino svizzero-italiano. Finora ci è riuscito solo il socialista Tim Guldimann. Gianfranco Definti è molto legato alla Svizzera e di solito trascorre i fine settimana in Ticino.

La candidata più giovane è Bianca Mascetti, studentessa comasca di 21 anni. Non ha risposto alle richieste di SWI swissinfo.ch.

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Il più lontano dalla Svizzera

Il candidato che, in caso di elezione al Consiglio nazionale, dovrebbe affrontare il viaggio più lungo – più di 20 ore di volo – è il friburghese Emmanuel Bichet. Dall’inizio del 2022, il diplomatico vive con la famiglia a Canberra, la capitale australiana, dove lavora a tempo parziale presso l’ambasciata svizzera come rappresentante speciale per la regione del Pacifico. Allo stesso tempo, si dedica alla sua start-up, fondata quest’anno nella Confederazione.

Emmanuel Bichet
Emmanuel Bichet zVg

Emmanuel Bichet è candidato nella lista del Partito cristiano sociale. Questa formazione politica della Svizzera francese, che ha già avuto un consigliere nazionale (Hugo Fasel), difende gli interessi delle persone che “non possono investire denaro per difendere i loro interessi particolari”. Emmanuel Bichet s’impegna, ad esempio, per un salario minimo in Svizzera di 23 franchi l’ora.

L’avvocato, figlio di un francese e di una svizzera, è nato in Francia. Dopo aver studiato a Parigi, si è trasferito nella Confederazione dove ha svolto il suo primo stage presso il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Negli ultimi 25 anni ha ricoperto diverse posizioni all’interno del DFAE, con soggiorni a Giacarta, New York, all’ONU a Ginevra e presso la sede dell’Unione Europea a Bruxelles.

Se sarà eletto in Consiglio nazionale, tuttavia, non farà il pendolare tra la Svizzera e l’Australia. “Abbiamo in programma di tornare in Svizzera nell’estate del 2024”, spiega il 51enne. “Quindi al massimo viaggerò dall’Australia per due sessioni”, dice. Emmanuel Bichet, che non ama i viaggi in aereo, da anni compensa sistematicamente le sue emissioni di CO2. “Sarebbe ovviamente preferibile non volare affatto”, afferma. Per motivi familiari, però, al momento non è possibile.

Il friburghese ritiene di avere buone possibilità di essere eletto. Come consigliere nazionale, promette, si impegnerà per gli interessi degli svizzeri e delle svizzere all’estero e della popolazione povera nella Confederazione.

Donne della diaspora in minoranza

Le donne rappresentano solo il 30% circa delle 43 candidature dall’estero, mentre la proporzione di candidature femminili è più alta (40,75%) sull’insieme delle liste per il Consiglio nazionale.

Tra le candidature della Quinta Svizzera, Leonor Chevalier è la più lontana dal Palazzo federale, poiché vive a Medellín, in Colombia. In linea d’aria dista circa 9’000 chilometri da Berna. Chevalier è candidata nella lista della sezione internazionale dell’Unione democratica di centro (UDC).

Leonor Chevalier
Leonor Chevalier zVg

Se venisse eletta, farebbe la spola tra la Svizzera e la Colombia quattro volte all’anno. “Sono comunque in Svizzera due volte all’anno, quindi si tratterebbe di due volte in più”, dice l’insegnante di 71 anni.

Leonor Chevalier è nata in Colombia ed è venuta nella Confederazione all’età di 16 anni per formarsi. “Mi sono innamorata subito della Svizzera”, racconta. Si è sposata qui e ha tre figli ormai grandi. In totale, ha trascorso 32 anni nella Svizzera francese.

Nel 2001 è tornata in Colombia, inizialmente per un solo anno, e ha finito per rimanervi. “In quanto pensionata, non potevo più permettermi di vivere in Svizzera”, spiega. Tuttavia, vuole continuare a impegnarsi per la Confederazione e per i e le connazionali che vivono all’estero.

La conservazione della cultura rossocrociata le sta particolarmente a cuore. “Non sono contraria all’immigrazione, ma un’immigrazione incontrollata non fa bene a nessun Paese”, afferma la candidata dell’UDC, che vuole anche impegnarsi per trovare soluzioni alle questioni che preoccupano regolarmente la Quinta Svizzera: conti bancari, voto elettronico, invio del materiale elettorale, scuole svizzere all’estero.

Un grande partito è assente

Per quali partiti s’ingaggiano maggiormente i candidati e le candidate della diaspora? È sorprendente notare che, con un totale di 28 candidature, Il Centro e il Partito verde liberale sono tra le formazioni politiche più internazionali nella campagna elettorale 2023. Seguono l’UDC, con cinque candidature, i Verdi (3) e il Partito socialista (1).

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Il terzo partito svizzero, il Partito liberale radicale (PLR), non presenta invece alcuna candidatura dall’estero. Si tratta di una decisione deliberata, come ha indicato a SWI swissinfo.ch la sezione internazionale del PLR, che preferisce incoraggiare la rappresentanza indiretta della Quinta Svizzera in Parlamento.

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